Il 17 Aprile votiamo SI

Politica

referendum 17 aprileNonostante più di una perplessità sulla reale efficacia e cogenza di questo referendum, riteniamo che il 17 si debba andare a votare per il sì e ciò essenzialmente per inviare due segnali politici al governo:

  • contrastare una sempre più evidente tendenza accentratrice e autoritaria, che ridimensiona il ruolo delle istituzioni regionali e mortifica la volontà popolare delle comunità;
  • opporsi al processo di liberalizzazione nelle concessioni per la ricerca e lo sfruttamento delle risorse energetiche, che per un verso produce danni ambientali spesso più onerosi dei benefici apportati e per un altro rende il nostro Paese ancora più dipendente e assoggettato, non certo più autonomo.

La situazione sarebbe stata diversa se fosse esistito un diritto di esclusività riconosciuto a una azienda nazionale e soprattutto statale, come era l’ENI prima del 1992, quando diventò una SPA conquistabile (in termini di nomina politica) persino da un quadro organico della Confindustria come la Marcegaglia. Come sappiamo le istituzioni europee limitano fortemente la nostra sovranità nazionale in tema di risorse, ragione in più (il perché è ampiamente chiarito dagli scandali giudiziari di questi giorni) affinché le istituzioni pubbliche, anzitutto quelle su cui insistono le attività estrattive, debbano controllare ogni singolo passaggio e decidere liberamente in merito a un determinato uso del proprio territorio o meno. Non siamo né contro la politica industriale, né contrari per principio allo sfruttamento delle energie fossili, ma riteniamo che il tutto debba avvenire in un quadro normativo-politico stringente e non aggirabile dai gruppi di pressione. Troppo spesso una eccessiva superficialità nel rilascio delle concessioni ha provocato non solo danni ambientali incalcolabili, ma anche la beffa delle bonifiche delle aree compromesse a carico della collettività, la nostra regione può offrire più di un esempio negativo in proposito.